Gv 6, 37-40

Pubblicato giorno 2 novembre 2015 - Riflessioni al Vangelo

Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse alla folla:
«Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me, io non lo caccerò fuori, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato.
E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno.
Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno».

Riflessione a cura di Don Pasquale Somma:
Ieri la Chiesa di tutto il mondo, ha celebrato la gloria della Chiesa celeste invocando l’intercessione di tutti i Santi; oggi si riunisce in preghiera per suffragare i suoi figli che, passati da questa vita, si trovano ancora in una situazione di purificazione.
Finché esisterà il mondo, la Chiesa sarà formata da tre schiere: i beati che già godono la visione di Dio, i defunti bisognosi di purificazione, noi, i pellegrini che lottano nella prova della vita presente. Tra gli uni e gli altri, c’è una separazione profonda che tuttavia non impedisce l’unione spirituale perché tutti quelli che sono di Cristo, cioè i cristiani, avendo lo Spirito Santo, formano una sola Chiesa e sono tra loro uniti in Lui. L’unione, quindi, dei pellegrini in questo mondo con i fratelli morti nella pace di Cristo non è spezzata; anzi, secondo la fede della Chiesa, è consolidata dalla comunione dei beni spirituali. I santi intercedono per i fratelli che combattono quaggiù la loro battaglia per conservare la fede e li incoraggiano con i loro esempi; e questi pregano per affrettare la gloria eterna ai fratelli defunti, che attendono di esservi introdotti. Spesso pensiamo al purgatorio come a un inferno abbreviato: l’inferno è eterno, il purgatorio è provvisorio. In verità, nel cuore dei defunti che si trovano in una situazione di purificazione c’è certo sofferenza ma anche, contemporaneamente, gioia perché sanno che saranno ammessi alla visione beatifica di Dio. È la comunione dei santi in atto. Santi del cielo, del purgatorio, della terra; tutti santi, sebbene in grado assai diverso, per la grazia di Cristo che li vivifica e per la quale sono tutti uniti. Nella prospettiva di questa santa realtà la morte non si presenta come distruzione dell’uomo ma come transito, come nascita alla vera vita. Si dissolverà il corpo, “spazio terreno”, ma lo spirito vivrà presso Dio finché, alla fine dei tempi, anche i corpi risorgeranno. Pellegrini in terra, defunti in purgatorio e beati in cielo: siamo tutti in cammino verso la risurrezione finale che ci renderà pienamente partecipi del mistero pasquale di Cristo. Perciò preghiamo gli uni per gli altri e offriamo suffragi, soprattutto in questo giorno, per i nostri defunti perché santo e salutare è pregare per i defunti perché siano liberati dalle conseguenze dei loro peccati. E oggi facciamoci stimolare dal desiderio di vivere in pienezza la nostra vita cogliendo l’intuizione dei santi che ieri in un commento nel gruppo qualcuno ci ricordava: se questi e quelli perché non anch’io?!!!