Lc 17, 20-25

Pubblicato giorno 12 novembre 2015 - Riflessioni al Vangelo

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, i farisei domandarono a Gesù: «Quando verrà il regno di Dio?». Egli rispose loro: «Il regno di Dio non viene in modo da attirare l’attenzione, e nessuno dirà: “Eccolo qui”, oppure: “Eccolo là”. Perché, ecco, il regno di Dio è in mezzo a voi!».
Disse poi ai discepoli: «Verranno giorni in cui desidererete vedere anche uno solo dei giorni del Figlio dell’uomo, ma non lo vedrete. Vi diranno: “Eccolo là”, oppure: “Eccolo qui”; non andateci, non seguiteli. Perché come la folgore, guizzando, brilla da un capo all’altro del cielo, così sarà il Figlio dell’uomo nel suo giorno. Ma prima è necessario che egli soffra molto e venga rifiutato da questa generazione»
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Riflessione a cura di Don Pasquale Somma:
Nel brano evangelico di oggi Gesù risponde alla domanda dei farisei: «Quando verrà il Regno di Dio?». Gesù risponde che il Regno di Dio è già una realtà ed è “dentro di noi”. È qualcosa di nascosto che dobbiamo trovare innanzitutto in noi stessi. Davanti a Dio non decide né la forza dei muscoli, né il grado di cultura, né l’appartenenza razziale o politica, ma vale unicamente l’atteggiamento dell’uomo verso il Regno dei Cieli. Le vere decisioni avvengono perciò all’interno dell’uomo perché il Regno di Dio è una realtà nascosta. Il secondo stadio è nel futuro. Il Regno di Dio risplenderà un giorno al ritorno del Signore. Nel tempo che intercorre tra la prima e la seconda venuta del Signore, gli uomini devono lavorare all’edificazione della Chiesa. Il tempo intermedio, infatti, non è soltanto attesa ma anche adempimento di un compito. Viviamo nella certezza che il Regno di Dio è già presente e nell’incertezza di quando apparirà visibilmente. Così tutto il corso della storia della Chiesa è lavoro di allestimento, provvisorietà, preparazione. Il Regno di Dio è veramente presente e tuttavia deve ancora venire. Tutti e due gli stadi si ritrovano nei testi della nostra liturgia e tutti e due hanno la loro radice nella duplice venuta del Signore: nella venuta nel tempo, l’incarnazione, e nella venuta alla fine della storia, con la Parusia (seconda venuta del Signore nella gloria). Entro questa cornice risulta chiaro che, nel concetto di regno, presente e futuro si saldano. Da una parte si è chiamati alla dura realtà dell’oggi, dall’altro si è esortati alla speranza del domani: un regno diverso dagli altri, nel quale si fa fatica a entrare ma dove poi si respira la libertà di chi è entrato in un mondo suo. La vita è un cammino di preparazione a questo regno dopo che si è compiuta la scelta di stare totalmente dalla parte di Gesù e di accettare anche le prove più dure che comporta la sua sequela. La novità spaventa: ieri oggi e sempre.