Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta».
Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine».
Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo.
Riflessione a cura di Don Pasquale Somma:
Nei suoi ultimi discorsi, prima della sua morte e risurrezione, Gesù parla della fine del mondo e della fine di Gerusalemme. Inesorabile avanza il tempo. Le opere degli uomini sono caratterizzate dalla caducità. Tutto passa; tutto è come l’onda che si infrange sugli scogli. Un esempio eclatante è il Tempio di Gerusalemme. I discepoli, impressionati dalla sua grandezza e ricchezza, attirano l’attenzione del Maestro sulle gigantesche pietre e i ricchi doni votivi.
Fatti terrificanti continuano a percorrere la faccia della terra: ultimamente, in modo ancora più drammatico. Il tempio di Gerusalemme è distrutto da quasi venti secoli, e nel frattempo non sono mancate guerre e rivoluzioni, insieme con le voci di chi si proclama messia o annuncia l’imminenza della catastrofe universale. In un mondo così fragile e compromesso, dove guardare e cosa sperare? Guardiamo Gesù, al quale appartiene il nostro destino personale e quello del mondo intero, e coltiviamo di giorno in giorno il fiore della speranza e della carità. Attenzione a non farci ingannare, non cadiamo nel tranello di vivere solo il qui ed ora, di seguire solo dove ti porta il cuore. Cerchiamo di cogliere la complessità delle cose, delle persone, dei discorsi; facciamo risaltare le sfumature e non il bianco il nero. Cerchiamo di non farvi fregare da chi dice che bisogna seguire i propri bisogni, da chi pensa che l’importane è stare bene prima di tutto con sé stessi e che gli altri vengono sempre dopo. L’invito di Gesù sta proprio nel non considerare solo la temporalità e tutto quello che è soggetto all’usura del tempo ma proiettare il nostro sguardo laddove vi è l’incorruttibilità che travalica le leggi del tempo; in Dio stesso possiamo trovare questa opportunità che è in definita l’attuazione, nella nostra vita del progetto di Dio. “Senza questo sfondo escatologico, senza una pienezza di vita che lo equilibri, non si dà ragione di questo divenire storico di questo mondo con tutte le sue assurdità e le sue brutture. E neanche la vita e la morte di Gesù possiamo capire – perché Gesù muore abbandonato – se non c’è un qualcosa che apre una visione di eternità.”