Lc 10, 21-24

Pubblicato giorno 1 dicembre 2015 - Riflessioni al Vangelo

Dal Vangelo secondo Luca

In quella stessa ora Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse: «Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo».
E, rivolto ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Io vi dico che molti profeti e re hanno voluto vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono»
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Riflessione a cura di Don Pasquale Somma:
La prima cosa che sorprende nel brano del Vangelo è la gioia di Gesù. Per chi è venuto a Cagliari questo brano dovrebbe subito accendere delle emozioni particolari ricordando l’esperienza dell’adorazione nel quartiere di Sant’Elia. La sua preghiera è una esclamazione di gratitudine e di entusiasmo nei confronti del Padre per il suo modo di agire, per la sua decisione di rivelarsi ai piccoli. Benedice e loda il Padre! Quanto ci insegna questo semplice versetto! La nostra preghiera a Dio è, spesso, una pretesa, una richiesta capricciosa, una lamentela. Non ci accorgiamo, così, della bellezza che Egli ci regala sempre, perché siamo troppo attenti ai nostri desideri. Gesù ci chiede di imparare a entrare in dialogo con Dio, come ha fatto Lui; ci insegna a pregare riconoscendo la benevolenza continua del Padre verso di noi. Ma c’è di più: esorta i discepoli a gioire di ciò che vedono. Ha bisogno di ricordare loro la beatitudine di cui godono, grazie al loro sguardo “bambino”. I piccoli, i bambini, hanno bisogno del genitore, si fidano di lui, gioiscono della sua presenza. Questo loro creaturale bisogno del Padre è ciò che Gesù chiede a chi lo ascolta: a chi riconosce di avere bisogno di Lui, Egli rivela se stesso. Ecco perché i sapienti e i dotti non possono stupirsi della sua bellezza, non possono entrare nella beatitudine dei piccoli: non comprendono in sé il desiderio di Dio. Anche noi dobbiamo essere richiamati, come i discepoli, a questa beatitudine di cui rischiamo di non accorgerci. Cerchiamo altre beatitudini, quelle dei dotti, di chi vive senza scoprire il bisogno vitale di Dio nella propria vita. Sono beatitudini vuote, precarie, passeggere, spesso dannose. Tutti desideriamo essere felici, e Gesù ci indica questa semplice strada: l’affidamento fiducioso al Padre, come i bambini, capaci di gioire per tutto quello che il Padre compie. Proprio come quella bambina a Cagliari che per una strana e anomala credenza la mamma e la zia non volevano portarla in chiesa perché non battezzata e fu la gioia per noi in un momento di afflizione per il rifiuto e il fallimento della esperienza di evangelizzazione. Non hanno rifiutato voi ma hanno rifiutato Me, dice Gesù. È così anche che ci prepariamo a vivere questa nuova esperienza di luce nella notte.