“L’epifania ogni festa porta via” è un proverbio che spesso mia mamma racconta. Quando ero ragazzo questo giorno lo vivevo con molta tristezza e angoscia perché terminavano le feste natalizie che rappresentavano al di là del significato religioso una lunga pausa scolastica e del seminario. Spesso prolungavo questo tempo di vacanza inventandomi una febbre immaginaria perchè era dura la ripresa.
Questa è stata una fase molto dolorosa della mia adolescenza da cui ho imparato tanto. La pioggia continua intermittente a cedere tanto da non permetterci di poter visitare ancora il campo rom. La pioggia di questi giorni ha reso molto complicata la vivibilità nel campo. Due bambini sono morti. Altri si sono trasferiti. La maggior parte è rimasta e il nostro desiderio di incontrarli cresce sempre di più. Ci sono incontri nella vita che ti segnano per sempre. Sguardi, sorrisi, espressioni e parole che non dimentichi più. La parola di Dio ha questa potenza incredibile che si incarna oggi proprio nei poveri e nelle persone che soffrono. Questa mattina nel percorso da Gramze a Tirana si discuteva ironicamente sul senso del viaggio a Skopje: perché tant’è ore di macchina e di disagio per portare un lavandino. Non si poteva comprare sul posto? È convenuto sprecare così tanto tempo e denaro? Questioni naturali e umane. Pensate se i Magi avrebbero pensato lo stesso: andare fino a Betlemme dall’Oriente per portare in dono oro incenso e mirra? Il senso non è questo. Sant’Alfonso era convinto che si può vivere anche senza senso ma si può vivere senza qualcuno: Se pó campà senza sapè ppcchè nu se pó campà senza sapè pp’cchi!!! Andare per incontrare e conoscere. Conoscere Gesù vivo e vero presente oggi. La mattina l’abbiamo trascorsa assaporando il mistero del l’epifania e di pomeriggio abbiamo fatto un giro per le periferie di Tirana e nel centro. Verso sera un incontro speciale con Sister Tecla e Teolfila. In Albania le suore di madre Teresa sono molto stimate e rispettate. Tre in particolare: Vittoria, Joselen e Tecla. La prima è deceduta qualche anno fa e conoscerla è stata una grazia. Joselen ora è a Cagliari dopo essere passata per Napoli rimane il nostro punto di riferimento per vivere il carisma della madre. Sister Tecla è stata in Albania 30 anni, Fiorentina di nascita ora è tornata in Italia nella casa di prima valle. Ci ha raccontato la sua esperienza e chi era madre Teresa. Sintetizzo in queste righe il contenuto dell’incontro: senza la nostra sofferenza il nostro lavoro sarebbe non più di una assistenza sociale, molto utile e di grande aiuto, ma non sarebbe il lavoro di Gesù Cristo, non la partecipazione alla redenzione. Gesù volle aiutare condividendo la nostra vita, la nostra solitudine, la nostra agonia, la nostra morte. Solamente diventando uno come noi ci ha redenti. A noi tutti è concesso di fare lo stesso: tutta la desolazione della gente povera, non solo la loro povertà materiale, ma anche la loro indigenza spirituale, deve essere redenta e noi dobbiamo parteciparvi: perché unicamente facendoci parte di essi noi possiamo redimerli, portando Dio nella loro vita e portandoli così a Dio.
Riflessione a cura di Raffaela Zeffiro
Nella festa dell’Epifania si parla, ancora di più che a Natale ,del “dono”. Mi veniva in mente la traccia di italiano dell’esame di stato del 2014 che scelsi,era proprio quella sul “dono”. Riflettevo su quante volte confondiamo il “donare” con “regalare”,soprattutto nelle feste natalizie!
Il regalare si riduce a qualcosa di materiale ed è occasionale. Il “donare” implica del tempo ed è inatteso!
Ho sempre associato il dono al tempo:l’esserci di una persona,che ti dona il suo tempo per ascoltati,aiutarti a riflettere ,ma anche per una semplice chiacchierata,il tempo che tracorriamo con gli altri. Il donare è il tempo del “conoscersi” e del “conoscere” l’altra persona e l’altro che è in noi. Solo con gli altri i nostri limiti ,le esperienze positive e negative,ogni nostra caduta puó diventare il trampolino di lancio per l’altro e lo stesso vale per noi.
Riflettendoci su ,la parola “Amore” contiene al suo interno”AM-ORE”,la parola “ORE”… È questo ,secondo me,uno dei misteri dell’Amore:”donare ciò che non si puó trattenere”,il nostro tempo e noi stessi!Una mezz’ora, un’ora,un anno o tutta la vita che si dedica alle persone non è mai perso,in questo non c’è mai nessuna povertà! Gli altri ci consentono di colmare i nostri vuoti,ci fanno riflettere su noi stessi,donano , indirettamente il tempo da dedicare a noi stessi,ci danno il coraggio e il rischio di parlare di “noi”senza veli e senza il timore di essere giudicati .Mettiamoci in gioco nelle nostre relazioni,mettiamoci la nostra faccia e guardiamo l’altro negli occhi!
Non risparmiamoci mai per le persone e facciamo in modo che non sia una follia credere ancora in loro!