Dal Vangelo secondo Matteo
Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: “E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele”».
Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo».
Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.
Riflessione a cura di Don Pasquale Somma:
La pietà popolare ha costruito tante leggende sui Magi, protagonisti di questo racconto che troviamo solo nel Vangelo secondo Matteo. Li ha ridotti a tre, li ha fatti diventare re, ne ha indicato la razza, ne ha inventato i nomi. Il Vangelo dice solo che sono alcuni magi, cioè “sapienti”, che offrono tre doni diversi. Matteo racchiude in appena dodici versetti un lungo tempo di ricerca, tante azioni e tanti avvenimenti. Concentra poi in un solo versetto il risultato e lo scopo del viaggio: «videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono».
Matteo pone sulla scena diversi personaggi. Gesù: è Lui, con la sua nascita, a provocare tutta la storia. E viene presentato con quattro definizioni eccezionali: Dio Salvatore, Re, Messia, Pastore di Israele. Ma tale grandezza si veste di debolezza: occorre riconoscere la presenza di Dio in un “bambino”. Alcuni sapienti venuti dall’oriente: sono i “lontani”, intellettuali in cerca di Dio. Confidando nelle loro conoscenze e nel “segno” della stella si mettono in viaggio, dimostrando con grande umiltà la loro non conoscenza; per questo non si vergognano di “domandare”. Erode viene subito presentato sulla scena come un uomo perfido, attaccato al trono, accecato dalla gelosia e dal morbo del potere. Sacerdoti e intellettuali: sanno tanto di Dio ma non l’hanno mai incontrato; lo incontreranno tante volte ma non sapranno riconoscerlo; conoscono a memoria la Bibbia, ma non sanno andare al di là dei loro interessi. Stella: compare quattro volte nel racconto, e gli unici a vederla sono i sapienti d’oriente. Essa scompare a Gerusalemme e riappare “fuori città”. Nel libro dei Numeri (24,17) leggiamo: «Una stella spunta da Giacobbe e uno scettro sorge da Israele». In Apocalisse (2,28; 22,16) Gesù è la stella: «Io, Gesù… sono la radice della stirpe di Davide, la stella radiosa del mattino». Il Vangelo presenta tre contrasti. Gesù nasce nel piccolo villaggio (Betlemme) del pastorello Davide e non nella capitale del regno (Gerusalemme), che «restò turbata». Betlemme è nella luce, Gerusalemme vive nelle tenebre. I Magi fanno un cammino da oriente a occidente e poi dalle tenebre alla luce… Erode-sacerdoti-scribi, in contrasto con i Magi, rappresentano l’incredulità, l’indifferenza, il “sapere” che non mette in marcia la vita. I Magi rappresentano la fede come ricerca attraverso il creato e le Scritture. La fede non è un possesso esclusivo dei cristiani “praticanti”, ma un dono universale, da riconoscere e condividere senza privilegi!