Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betània, dove si trovava Làzzaro, che egli aveva risuscitato dai morti. E qui fecero per lui una cena: Marta serviva e Làzzaro era uno dei commensali. Maria allora prese trecento grammi di profumo di puro nardo, assai prezioso, ne cosparse i piedi di Gesù, poi li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì dell’aroma di quel profumo.
Allora Giuda Iscariòta, uno dei suoi discepoli, che stava per tradirlo, disse: «Perché non si è venduto questo profumo per trecento denari e non si sono dati ai poveri?». Disse questo non perché gli importasse dei poveri, ma perché era un ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro.
Gesù allora disse: «Lasciala fare, perché ella lo conservi per il giorno della mia sepoltura. I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me».
Intanto una grande folla di Giudei venne a sapere che egli si trovava là e accorse, non solo per Gesù, ma anche per vedere Làzzaro che egli aveva risuscitato dai morti. I capi dei sacerdoti allora decisero di uccidere anche Làzzaro, perché molti Giudei se ne andavano a causa di lui e credevano in Gesù.
Riflessione a cura di Don Pasquale Somma:
Maria di Betania compie un generoso atto di gratitudine e di devozione verso il Maestro. Il gesto, che s’inseriva nelle abitudini degli israeliti di fare grande uso dei profumi, intendeva manifestare la gioia di vivere e di accogliere un ospite. Anche la liturgia usava i profumi per simbolizzare l’offerta: nel tempio di Gerusalemme c’era un “altare dei profumi”, dove, ogni giorno, mattina e sera, si compiva un sacrificio di profumo in gioiosa adorazione. Il gesto di Maria fu disapprovato da Giuda, che deplorò lo “spreco” di quell’aroma, poiché “il denaro ricavato dalla sua vendita poteva essere dato ai poveri”. Uno dei peggiori tradimenti del Vangelo consiste nel nascondere e consumare l’ingiustizia sotto le apparenze della carità. Del resto, lo stesso Giuda userà un segno d’amore, il bacio, come segnale per indicare ai nemici la persona del Maestro da arrestare (Mt 26,48). Sarà Gesù stesso a spiegare il significato profetico di quell’atto d’amore di quella discepola: il profumo versato sul corpo di Gesù prefigurava quanto si sarebbe compiuto, a pochi giorni di distanza, nella sua sepoltura. Maria unse i piedi di Gesù. Probabilmente era anche un anticipo della lavanda dei piedi che Gesù avrebbe fatto agli Apostoli nel cenacolo: un atto che, sebbene compiuto sui piedi, equivaleva a un bagno completo e quindi un’azione simbolica di imbalsamare il corpo di Gesù, come se fosse già morto. Sono tanti gli insegnamenti degli eventi che celebriamo. Lasciamoci coinvolgere profondamente dalla sorte del Figlio di Dio in questi ultimi giorni, le ultime ore. È iniziata la più grande fra le settimane. Ora dopo ora seguiremo i passi del Signore, cercando di scrutare le sue emozioni, in punta di piedi. Si ripete, la grande settimana, ora e per sempre. Anche noi, andando al lavoro, preparandoci ad una lunga giornata da passare in casa, cercheremo di pensare spesso al Signore. Come staremmo se sapessimo di vivere le ultime giornate della nostra vita terrena? Quali emozioni, quali paure, quali delusioni, quali speranze colmerebbero i nostri cuori? Gesù inizia la settimana in casa di amici, un pranzo straordinario che vede Lazzaro fra i commensali. Ha ragione Giuda (ma anche gli altri apostoli pensano la stessa cosa!): il gesto di Maria è uno spreco. Visione utilitaristica e meschina della fede: i poveri li abbiamo con noi, li dobbiamo accogliere nella comunità. Gesù dimostra di gradire quel gesto ingenuo e pieno di speranza. Anche noi, oggi, facciamo qualcosa di bello per Dio!