Prima della festa di Pasqua, Gesù, sapendo che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine.
Durante la cena, quando il diavolo aveva già messo in cuore a Giuda, figlio di Simone Iscariota, di tradirlo, Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano e se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugamano di cui si era cinto.
Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: «Signore, tu lavi i piedi a me?». Rispose Gesù: «Quello che io faccio, tu ora non lo capisci; lo capirai dopo». Gli disse Pietro: «Tu non mi laverai i piedi in eterno!». Gli rispose Gesù: «Se non ti laverò, non avrai parte con me». Gli disse Simon Pietro: «Signore, non solo i miei piedi, ma anche le mani e il capo!». Soggiunse Gesù: «Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto puro; e voi siete puri, ma non tutti». Sapeva infatti chi lo tradiva; per questo disse: «Non tutti siete puri».
Quando ebbe lavato loro i piedi, riprese le sue vesti, sedette di nuovo e disse loro: «Capite quello che ho fatto per voi? Voi mi chiamate il Maestro e il Signore, e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi».
Riflessione a cura di Don Pasquale Somma:
Ha inizio oggi il Triduo pasquale, celebrazione in tre giorni del mistero della passione, morte e risurrezione del Signore. Il Giovedì Santo presenta l’evento pasquale nella sua dimensione rituale: la cena che il Signore ha comandato di celebrare in sua memoria verrà continuamente rivissuta dalla Chiesa fino al ritorno dello Sposo. La croce di Cristo ci rivela quanto egli abbia amato il mondo; l’Eucaristia, invece, quanto egli continui ad amarlo. Il dono che Gesù fa di sé inaugura la sua nuova modalità di essere presente ogni giorno nella storia, sino alla fine del mondo.L’Eucaristia ci apre il cuore ai poveri. Rendiamoci sensibili ai bisogni di tante persone, offrendo loro ciò che è superfluo sulla nostra tavola.
Se dovessi scegliere
una reliquia della tua Passione,
prenderei proprio quel catino
colmo d’acqua sporca.
Girerei il mondo con quel recipiente
e ad ogni piede
cingermi dell’asciugatoio
e curvarmi giù in basso,
non alzando mai la testa oltre il polpaccio
per non distinguere
i nemici dagli amici,
e lavare i piedi del vagabondo,
dell’ateo, del drogato,
del carcerato, dell’omicida,
di chi non mi saluta più,
di quel compagno per cui non prego mai,
in silenzio
finché tutti abbiano capito nel mio
il tuo amore.
(madeleine delbrel)
In questo giovedì, la santità che dobbiamo contemplare è direttamente quella stessa di Gesù, mentre partecipiamo alla sua Ultima Cena: è il Volto di Colui che ha deciso di «amare sino alla fine»; è il Volto del Maestro e Signore che si fa umile servo per lavare i piedi sporchi dei suoi discepoli; è il Volto dell’Amico che sta per essere tradito e abbandonato, ma che prega per i suoi e li trattiene nell’indissolubile abbraccio che lo lega al Padre; è il Volto di Colui che si offre per sempre come «Via, Verità e Vita»; è il Volto in cui possiamo sempre vedere lo stesso Volto del Padre; è il Volto dell’Amore che si fa pane e nutrimento. E infine è il Volto di Colui che sta per morire «per noi e al nostro posto», ma ci lascia, nell’Eucaristia e nel sacerdozio, la sua Santa Memoria. È, insomma, un “giovedì santo”, in cui ognuno di noi può raccogliersi nella meditazione del lungo Testamento lasciatogli da Gesù, magari scegliendoci una piccola parte di “eredità”, alla maniera della mistica Madeleine Delbrel