In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio. E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio».
A cura di Don Pasquale Somma:
Il contrasto luce-tenebre attraversa il Vangelo di Giovanni fin dal Prologo. Infatti: «In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta» (Gv 1,4-5). Questo eterno conflitto tra luce e tenebra sfocia in un giudizio, cioè nell’espressione di un discernimento tra coloro che hanno aderito a Cristo, luce del mondo, e coloro che lo hanno rifiutato preferendo la notte, il buio, le tenebre, dove le ombre indistinte dell’inganno sono più difficilmente riconoscibili. In ogni uomo, creato a immagine e somiglianza di Dio, risiede un bagliore di questa Luce, un’immagine inattaccabile che va custodita e valorizzata lungo tutta l’esistenza. «Chi fa la verità viene verso la luce» dice Gesù, proprio ad indicare che è possibile attingere da quell’immagine inalterata di bellezza che dimora nella nostra anima e che può orientare la vita e le scelte verso Dio. La condanna che molti temono e cui accenna il Cristo non è un giudizio che precipita dall’Alto con un atto puramente moralista. Gesù spiega che questo giudizio è strettamente legato alla disponibilità ad accoglierlo, a credere in lui come Via, Verità e Vita, ad annunciarlo compromettendosi nel Suo nome. Ma Gesù parla anche di coloro che hanno rifiutato la Luce e che sono riconoscibili dalla malvagità delle loro opere. Si tratta di una corruzione scelta deliberatamente che diventa, a sua volta, pericolosa conduttrice della medesima contaminazione. Opposti a coloro che scelgono questa strada a causa di una radicata mancanza di libertà e di amore, vi sono quelli che “fanno la Verità”, cioè che praticano un percorso luminoso e che attestano, con la loro coerenza, che «le loro opere sono state fatte in Dio».