Gv 14,23-29
In quel tempo, Gesù disse [ai suoi discepoli]:
«Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.
Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.
Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore.
Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate».
A cura di Don Pasquale Somma:
Nella nostra mentalità corrente si oppone frequentemente l’amore alle regole, come anche la legge alla grazia, la politica alla profezia, l’istituzione ecclesiastica al carisma, la gerarchia al popolo di Dio, la spiritualità alla concretezza, la misericordia alla giustizia, la teologia all’antropologia, ecc. Questa continua lacerazione deriva da due carenze gravi ma non irrimediabili. Innanzitutto, una mancanza di chiarezza sul significato delle parole, per cui si parla senza sapere bene il senso di ciò che si dice. Non va mai tralasciato lo studio accurato, la formazione continua, l’esercizio serio e prudente del pensiero, al riparo da slogan di facile consumo. In secondo luogo, occorre osservare un contatto continuo con la Parola di Dio. Soltanto una conoscenza integrale e fedele delle Scritture, nella loro totalità, ci permette di stabilirci nell’unico centro che ci definisce come credenti: Gesù Cristo. Solo collocandoci su Gesù Cristo, Unico Fondamento, possiamo cogliere la sua Parola che risuona in ogni versetto della Bibbia, senza più opporre l’Antico Testamento al Nuovo. La Parola di Gesù è viva quando la Chiesa parla, attraverso il suo insegnamento, senza dover opporre il Catechismo e il Magistero alla Lectio Divina. Il problema vero sta nel fatto che si parte sempre da qualche problema, che, pur legittimo in se stesso, non è il centro, non può essere il tutto. È una questione di prospettiva. Come credenti dobbiamo ripartire sempre da Gesù Cristo, non semplicemente metterlo in conto; non basta confrontarsi con Lui, ma osservando la sua Parola viva nello Spirito, vedere tutto con i suoi stessi occhi. Ciò, ovviamente, non si improvvisa!