Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli.
Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno vino». E Gesù le rispose: «Donna, che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora». Sua madre disse ai servitori: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela».
Vi erano là sei anfore di pietra per la purificazione rituale dei Giudei, contenenti ciascuna da ottanta a centoventi litri. E Gesù disse loro: «Riempite d’acqua le anfore»; e le riempirono fino all’orlo. Disse loro di nuovo: «Ora prendetene e portatene a colui che dirige il banchetto». Ed essi gliene portarono.
Come ebbe assaggiato l’acqua diventata vino, colui che dirigeva il banchetto – il quale non sapeva da dove venisse, ma lo sapevano i servitori che avevano preso l’acqua – chiamò lo sposo e gli disse: «Tutti mettono in tavola il vino buono all’inizio e, quando si è già bevuto molto, quello meno buono. Tu invece hai tenuto da parte il vino buono finora».
Questo, a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni compiuti da Gesù; egli manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui.
Riflessione a cura di Don Pasquale Somma:
In greco il Vangelo odierno si apre così: «Il terzo giorno vi fu una festa di nozze»: con questa indicazione cronologica, il Vangelo ci richiama i grandi eventi della storia sacra che si verificano proprio il terzo giorno. Pensiamo al sacrificio di Isacco (Gen 22,4), alla teofania del Sinai (Es 19,11.16) con la consegna delle “dieci Parole”, alla risurrezione di Gesù… Siamo dunque dinanzi alla celebrazione di un patto nuziale! «E c’era la madre di Gesù»: nel quarto Vangelo Maria non è chiamata mai con il suo nome, ma sempre la madre. E compare solo in questo racconto nuziale e sotto la croce (Gv 19,25-27). Venuto a mancare il vino dice la madre di Gesù rivolta proprio a lui: “Vino non hanno”: Maria pone l’accento sulle persone e non sulla situazione in sé, e non chiede il miracolo, ma si limita alla constatazione di un caso disperato che induce Gesù a prendere l’iniziativa del miracolo. Maria non chiede e non domanda niente a Gesù, esprime la sua preoccupazione nei riguardi di persone in difficoltà e non vede una via d’uscita. E Gesù prende l’iniziativa di una soluzione inattesa. E proprio perché Gesù lascia capire che certamente interverrà, la Madre dice ai servi: «Fate quello che vi dirà». A Cana, nozze e vino indicano i tempi messianici che si attuano ora nella persona di Gesù. In Lui si celebra il nuovo e definitivo patto nuziale fra Dio-Sposo in Gesù e l’umanità-sposa, simbolicamente rappresentata da Maria. A Cana, Maria si immedesima in quella situazione come fosse sua, perché si fa “uno” con quelle persone. E si mostra donna di coraggio: dalle parole di Gesù comprende che qualcosa succederà e allora si dà da fare. Maria ci aiuta a capire che anche nelle situazioni difficili c’è sempre qualcosa da fare… a cominciare dall’ascoltare (e dall’obbedire) con serietà la Parola del Signore! È il suo sguardo contemplativo, è la virtù dell’attenzione alle persone che lei in questo racconto ci consegna. Il racconto delle nozze di Cana assurge così a “prototipo”, a simbolo della nuova e definitiva alleanza fra Dio e il suo popolo in Cristo Gesù, fino all’Apocalisse, con il suo dialogo nuziale fra Gesù-Sposo e la Chiesa-Maria-Sposa.