Lc 12,54-59

Pubblicato giorno 23 ottobre 2015 - Riflessioni al Vangelo

Dal Vangelo secondo Luca

“In quel tempo, Gesù diceva alle folle:
«Quando vedete una nuvola salire da ponente, subito dite: “Arriva la pioggia”, e così accade. E quando soffia lo scirocco, dite: “Farà caldo”, e così accade. Ipocriti! Sapete valutare l’aspetto della terra e del cielo; come mai questo tempo non sapete valutarlo? E perché non giudicate voi stessi ciò che è giusto?
Quando vai con il tuo avversario davanti al magistrato, lungo la strada cerca di trovare un accordo con lui, per evitare che ti trascini davanti al giudice e il giudice ti consegni all’esattore dei debiti e costui ti getti in prigione. Io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo».”

Riflessione a cura di Don Pasquale Somma:
Con il Vangelo di oggi si conclude il capitolo 12 dell’evangelista Luca, ricco di insegnamenti per tutti i discepoli, anche noi. Il brano odierno, che di per sé è rivolto alle folle, ci interpella singolarmente con degli interrogativi precisi. Gesù vuole che scopriamo il dono del discernimento e impariamo a usarlo nelle scelte importanti della nostra vita così come sappiamo farlo per le cose più banali. Eh già…quanto ci condiziona la giornata il meteo!!! Che tempo fa invece dentro di noi? Cosa vuol dire “questo tempo non sapete valutarlo?” Tagliano come lama affilata queste parole nella nostra mente e possono farci tanto bene se riusciamo ad accoglierle nel profondo del cuore. Da parte di Gesù sono un invito; meglio dovremmo dire, una chiamata a responsabilità: quella che ci tocca come conseguenza della fiducia che Dio stesso ha posto in noi quando ci ha fatto dono della libertà. Come battistrada al discernimento Gesù usa la parola “ipocriti!” che, quando viene detta verso altri, esce facilmente anche dalla nostra bocca; ma se soltanto qualcuno la usa verso di noi, saltiamo come grilli. Non ci vuole molto per capire che anche questo può essere un campo nel quale dobbiamo esercitare il discernimento. Gesù, infatti, ci pone dinanzi la parola “ipocriti!” perché apriamo gli occhi e facciamo nostro l’invito a comprendere che proprio da essa possiamo ricevere dei benefici. Meravigliandosi di trovarci molto bravi nel discernere per quello che riguarda le cose materiali e poco interessati quando invece si tratta dei valori dello spirito, Gesù ci stimola ad allargare il campo, senza barricarci nelle nostre convinzioni. Ipocriti per Gesù sono i farisei, verso i quali questa parola l’ha usata tante volte, e tutti coloro che sono rimasti chiusi dinanzi alle sue parole senza lasciarsi neppure un po’ scalfire, rifiutando in partenza ogni segno di apertura per non correre il rischio di scomodarsi e non cambiare. L’antidoto di ogni ipocrisia è proprio la capacità di leggere la propria vita e quella degli altri – con tutto ciò che ci circonda e che succede nel mondo ogni giorno – lasciandoci guidare dalla Parola e dalla volontà di Dio che si fa più chiara nella misura in cui siamo capaci di entrare nella logica di una vera conversione. Dono quest’ultimo che Dio è pronto a concedere a tutti, in ogni istante. Gli antichi poi distinguevano il tempo in kronos e Kairos. Il primo è il tempo che scorre fatto di secondi minuti…l’altro è il tempo di Dio. E’ il presente, perché il kairòs. tu non lo puoi anticipare, non lo puoi neanche vivere solo ricordandolo come passato. Nella vita quotidiana, noi occidentali normalmente non siamo abituati a vivere il kairòs: non “entra”, è una cosa difficilissima per noi credere che il tempo che conta di più sia il presente. Noi non sappiamo niente del prossimo anno, nel 2014 non sapevamo niente del 2016. Abbiamo questo atteggiamento perché ci consideriamo finiti e non pensiamo perché non crediamo di essere eterni. Ve ne rendete conto? Noi SIAMO ETERNI. Il Kairos Non è come “un momento che viene dopo un altro” , ma “il momento”, il momento di una opportunità, il momento opportuno per qualcosa di significativo. Avete mai visto il film l’attimo fuggente? Beh quello è un tentativo per vivevere il kairos. Ai ragazzi di quarta superiore nelle scuole dei gesuiti propongono una esperienza detta kairos dove vivono senza kronos: non hanno orologi nè cellulari e sono in silenzio. Scoprono il loro mondo interiore e imparano a fare discernimento. Servirebbe spesso anche a noi.”