Lc 13, 18-21

Pubblicato giorno 27 ottobre 2015 - Riflessioni al Vangelo, Senza categoria

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, diceva Gesù: «A che cosa è simile il regno di Dio, e a che cosa lo posso paragonare? È simile a un granello di senape, che un uomo prese e gettò nel suo giardino; crebbe, divenne un albero e gli uccelli del cielo vennero a fare il nido fra i suoi rami».
E disse ancora: «A che cosa posso paragonare il regno di Dio? È simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata».

Riflessione a cura di Don Pasquale Somma:
Oggi l’evangelista Luca ci propone una riflessione di Gesù sul regno di Dio. Il tema è proprio questo: spiegare che cos’è il regno di Dio. Come suo solito, Gesù, partendo dalla concretezza dell’esperienza quotidiana, cerca con un linguaggio semplice e immediato delle similitudini che possano rimanere impresse in ciascuno di noi e riescano a porgere il messaggio forte che Egli vuole consegnarci.
Il Regno di Dio cresce ogni giorno grazie a chi lo testimonia senza fare “rumore”, pregando e vivendo con fede i suoi impegni in famiglia, al lavoro, nella sua comunità di appartenenza. Nel silenzio, magari di una casa dove “si arriva a fine mese con mezzo euro soltanto” eppure non si smette di pregare e di curare i propri figli e i propri nonni: è lì che si trova il Regno di Dio. Lontano dal clamore, perché il Regno di Dio “non attira l’attenzione” esattamente come non la attira il seme che cresce sotto terra. Il Regno di Dio non è uno spettacolo. Lo spettacolo tante volte è la caricatura del Regno di Dio”: Tante volte, spettacolo è una celebrazione – per esempio delle nozze – alla quale si presenta gente che piuttosto che a ricevere un Sacramento “è venuta a fare lo spettacolo della moda, del farsi vedere, della vanità”. Invece, il Regno di Dio è silenzioso, cresce dentro. Lo fa crescere lo Spirito Santo con la nostra disponibilità, nella nostra terra, che noi dobbiamo preparare. Poi, arriverà il momento della manifestazione di forza, ma sarà solo alla fine dei tempi: “Il giorno che farà rumore, lo farà come la folgore, guizzando, che brilla da un capo all’altro del cielo. Così sarà il Figlio dell’uomo nel suo giorno, il giorno che farà rumore. E quando uno pensa alla perseveranza di tanti cristiani, che portano avanti la famiglia – uomini, donne – che curano i figli, curano i nonni e arrivano alla fine del mese con mezzo euro soltanto, ma pregano, è lì il Regno di Dio, nascosto, in quella santità della vita quotidiana, quella santità di tutti i giorni. Perché il Regno di Dio non è lontano da noi, è vicino! Questa è una delle sue caratteristiche: vicinanza di tutti i giorni. Anche quando descrive il suo ritorno in una manifestazione di gloria e di potenza, tuttavia Gesù aggiunge subito che “prima è necessario che egli soffra molto e venga rifiutato da questa generazione. Ciò vuol dire che anche la sofferenza, la croce, la croce quotidiana della vita – la croce del lavoro, della famiglia, di portare avanti bene le cose – questa piccola croce quotidiana è parte del Regno di Dio. chiediamo al Signore la grazia “di curare il regno di Dio che è dentro di noi” con “la preghiera, l’adorazione, il servizio della carità, silenziosamente. Oggi nella partenza di alcuni di noi per Cagliari vogliamo andare proprio a imparare a fare questo.