Lc 13, 31-35

Pubblicato giorno 29 ottobre 2015 - Riflessioni al Vangelo

Dal Vangelo secondo Luca

In quel momento si avvicinarono a Gesù alcuni farisei a dirgli: «Parti e vattene via di qui, perché Erode ti vuole uccidere».
Egli rispose loro: «Andate a dire a quella volpe: “Ecco, io scaccio demòni e compio guarigioni oggi e domani; e il terzo giorno la mia opera è compiuta. Però è necessario che oggi, domani e il giorno seguente io prosegua nel cammino, perché non è possibile che un profeta muoia fuori di Gerusalemme”.
Gerusalemme, Gerusalemme, tu che uccidi i profeti e lapidi quelli che sono stati mandati a te: quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come una chioccia i suoi pulcini sotto le ali, e voi non avete voluto! Ecco, la vostra casa è abbandonata a voi! Vi dico infatti che non mi vedrete, finché verrà il tempo in cui direte: “Benedetto colui che viene nel nome del Signore!”».

Riflessione a cura di Don Pasquale Somma:
“Il brano evangelico di oggi ci mostra un Gesù deciso e fermo. Ritroviamo ancora una volta i farisei che con fare subdolo riferiscono a Cristo che Erode vuole ucciderlo. Il termine “farisei” che oggi è sinonimo di “ipocriti” ai tempi di Gesù non aveva una connotazione negativa, ma designava un gruppo di ebrei fedeli alle tradizioni dei Padri. Essi però persero di vista l’essenziale, quello che si potrebbe chiamare lo spirito della Legge: la Legge, infatti, da sola non salva.
Gesù non “legava tanto” con i farisei e non condivideva nemmeno il fatto che agissero con circospezione e “di sponda”, parlando per sentito dire e seminando zizzania, come a volte facciamo noi riportando a qualcuno cose dette da altri, per metterlo alla prova e raccogliere la sua eventuale reazione indispettita. Magari erano i farisei stessi a volere che Gesù andasse via e usavano Erode per ottenere il loro scopo. Chissà, non sarebbe stata una novità. Ma Gesù non ha il loro fare diplomatico e dissimulatore, parla a viso aperto e, senza remore, dice: «andate a dire a quella volpe»; è la schiettezza di Cristo che, in un altro episodio del Vangelo, viene stigmatizzata e riconosciuta anche dagli scribi con la frase «sappiamo che parli e insegni con rettitudine e non guardi in faccia a nessuno» (Lc 20,21), per descrivere la libertà di parola di Gesù e il suo essere refrattario a ogni tipo di dissimulazione. Gesù aveva quella virtù che il Nuovo Testamento chiama “parresia”, la franchezza, il parlare franco, “pane al pane” e “vino al vino”. Davanti a questa sua virtù dovremmo misurare anche la nostra capacità di essere schietti e leali nei rapporti con gli altri. Nella seconda parte del brano evangelico di oggi, Gesù accenna a un terzo giorno in cui si compie la sua opera. Inevitabile per noi pensare a una profezia sulla sua Passione, Morte e Resurrezione. Gesù non era nuovo a questi annunci della Passione e anche ai riferimenti ai profeti di Dio, uccisi perché non accolti. Nemmeno Gesù venne accolto come profeta e come Figlio di Dio, pur essendo Egli veritiero. In realtà, a ben guardare, proprio per questo coraggio della verità che Gesù aveva, venne ucciso.”