Dal Vangelo secondo Luca
“In quel tempo, si presentarono alcuni a riferire a Gesù il fatto di quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacrifici. Prendendo la parola, Gesù disse loro: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subìto tale sorte? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O quelle diciotto persone, sulle quali crollò la torre di Sìloe e le uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo». Diceva anche questa parabola: «Un tale aveva piantato un albero di fichi nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: “Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest’albero, ma non ne trovo. Tàglialo dunque! Perché deve sfruttare il terreno?”. Ma quello gli rispose: “Padrone, lascialo ancora quest’anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime. Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se no, lo taglierai”.u
Meditazione a cura di Mons.Gerardo Antonazzo,vescovo di Sora Aquino Pontecorvo:
“È una domanda difficile quella rivolta a Gesù. Un fatto di cronaca, conclusosi con spargimento di sangue, al quale si aggiunge la disgrazia di una torre crollata. In entrambi i casi ci sono dei morti. Nella mentalità di quel tempo episodi simili venivano letti come punizione da parte di Dio per qualche colpa commessa. Gesù risponderà, con la sapienza che gli è propria, non soltanto scagionando Dio come artefice de quei mali, ma addirittura trasformando entrambi gli episodi in un forte appello alla conversione. Un’opportunità che acquista efficacia grazie alla parabola che conclude il brano. A chi pensa di poter cambiare in un momento, con un taglio improvvisato, le situazioni che non vanno secondo quello che ci si aspetta, Gesù insegna una pazienza oltre misura le cui ragioni sono tutte da inventare. Anche se la cronaca quotidiana sembra spingere per la via di una giustizia che va fatta quanto prima o le vicende che si alternano porterebbero a domande le cui risposte non arrivano, non c’è mai da scoraggiarsi. Il Vangelo che conosciamo offre sempre una speranza da riaccendere ogni volta e che, nel testo appena letto, ha come punto di confronto la parola conversione. Non c’è miglior punto di partenza su cui si possa costruire un cammino di discepoli che hanno scelto come meta proprio quella di seguire e imitare il Maestro che, se sembra perder la pazienza davanti a un fico, infruttuoso ormai da anni, dando ordine di tagliarlo perché non sfrutti più il terreno, d’altra parte si mostra pronto a lasciarsi consigliare dal vignaiolo premuroso che offre un di più del suo lavoro, per coltivarlo ancora meglio nella speranza fiduciosa che alla fine anche quello darà i suoi frutti. Quanto poi alla conversione, i sentimenti che si alternano nel profondo di ciascuno vanno indirizzati per la via della fiducia che la vittoria arriverà, benché spesso le cadute si ripetano a catena, nonostante tutti gli sforzi. Perché se la morte può arrivare all’improvviso e la chiamata del Signore quando meno ci si aspetta, una vera conversione, benché decisa in un istante per un dono di grazia, va costruita lentamente e va pensata sotto lo sguardo provvidente di un Dio che è tutto amore, da cui attingere con gioia quella forza che ci occorre per non lasciarci scoraggiare, quasi fosse impossibile raggiungere il traguardo sospirato.”