Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Come avvenne nei giorni di Noè, così sarà nei giorni del Figlio dell’uomo: mangiavano, bevevano, prendevano moglie, prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca e venne il diluvio e li fece morire tutti.
Come avvenne anche nei giorni di Lot: mangiavano, bevevano, compravano, vendevano, piantavano, costruivano; ma, nel giorno in cui Lot uscì da Sòdoma, piovve fuoco e zolfo dal cielo e li fece morire tutti. Così accadrà nel giorno in cui il Figlio dell’uomo si manifesterà.
In quel giorno, chi si troverà sulla terrazza e avrà lasciato le sue cose in casa, non scenda a prenderle; così, chi si troverà nel campo, non torni indietro. Ricordatevi della moglie di Lot.
Chi cercherà di salvare la propria vita, la perderà; ma chi la perderà, la manterrà viva.
Io vi dico: in quella notte, due si troveranno nello stesso letto: l’uno verrà portato via e l’altro lasciato; due donne staranno a macinare nello stesso luogo: l’una verrà portata via e l’altra lasciata».
Allora gli chiesero: «Dove, Signore?». Ed egli disse loro: «Dove sarà il cadavere, lì si raduneranno insieme anche gli avvoltoi».
Riflessione a cura di Don Pasquale Somma:
Continua il discorso di Gesù sul Regno di Dio nel secondo stadio, quello futuro, quando il Signore verrà nella gloria a giudicare il mondo. Il linguaggio è apocalittico. Le ultime realtà, i “novissimi”, come si esprimeva il Catechismo di Pio X, vengono presentate con immagini sconvolgenti, da far paura, perché non se ne conoscono i contorni. In verità, nell’altra vita incontreremo Gesù, che è amore e non fa paura a nessuno; fa paura soltanto a coloro che –liberamente, coscientemente e consapevolmente – hanno impostato la loro vita lontano da Lui offendendolo nei propri fratelli.
Tutti gli uomini sono chiamati a entrare nel Regno di Dio. Ma questo si realizzerà alla fine dei tempi. Nel frattempo tutti sono chiamati a far parte della Chiesa che è primizia, caparra e inizio del Regno. Il Signore non vuole salvarci in un rapporto diretto e immediato con lui, ma in una comunità in cui ognuno porti i pesi degli altri perché siano più leggeri. Tutti dobbiamo deciderci davanti a Gesù: o con lui o contro di lui. Questo deve avvenire nella Chiesa alla cui costruzione dobbiamo lavorare tutti, come Noè, che ricevette l’ordine di costruire l’Arca e, saldo nella fede nella Parola di Dio, vi si chiuse dentro con i suoi, mentre tutti gli altri mangiavano, bevevano, si sposavano, costruivano e piantavano come se nulla stesse per accadere. Anche oggi gli uomini vivono su questa terra come se vi dovessero dimorare per sempre: eppure tutto ha carattere provvisorio. Il compito più importante è perciò la costruzione dell’arca spirituale della salvezza, la Chiesa di Dio, nella quale vi sono tutti i mezzi spirituali di salvezza. La vita terrena è preparazione alla vita eterna, alla vita piena, alla vita con Dio. E questo lo possiamo e lo dobbiamo fare praticando l’amore. San Giuseppe Cafasso diceva che siamo nati per amare, viviamo per amare, moriremo per amare ancora di più. Il Regno di Dio che viene donato in Gesù non è solo un’eredità da accogliere, ma anche un bene da conquistare giorno per giorno attraverso una vita di fede irreprensibile e pura, abbandonata alla volontà di Dio che opera per condurre al Regno portando a compimento il suo messaggio di amore.