Lc 18, 1-8

Pubblicato giorno 14 novembre 2015 - Riflessioni al Vangelo

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù diceva ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai:
«In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: “Fammi giustizia contro il mio avversario”.
Per un po’ di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: “Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi”».
E il Signore soggiunse: «Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?»
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Riflessione a cura di Don Pasquale Somma:
Il cristiano ha spesso la dolorosa impressione che la sua preghiera non sia esaudita e pensa così di essere abbandonato e solitario. Deve cercarsi talvolta la via della vita, se non vuole deviare dal cammino di Dio. Trova poco aiuto e molta opposizione. I servi della Chiesa fanno spesso un’impressione retrograda e fiacca. Molte istituzioni sono invecchiate, lo spirito è spesso debole, l’anima fredda, la santità invisibile, fragile l’unità, l’universalità più un desiderio che una realtà. Il credente prega perché sa che l’aiuto dall’alto è la cosa più importante. Ma viene esaudita la sua preghiera? Non si perde nel vuoto il suo grido? Non sta davanti a porte chiuse?
Gesù risponde con un gustoso paragone. Un giudice che non teme né Dio né gli uomini viene pregato da una vedova di prendere in esame il suo caso. Egli, però, “fa orecchio da mercante”. Ma la vedova non lo lascia in pace tanto che alla fine acconsente perché teme la pressione e la tenacia della donna. Acconsente per sbarazzarsene. E Dio, che non è duro di cuore come questo giudice terreno, e non pensa come lui, non soccorrerà forse i suoi figli quando si rivolgono a lui nella preghiera? Il cristiano sa, dunque, che la sua preghiera è ascoltata. Il diritto si imporrà, a dispetto di tutta l’ingiustizia, e vincerà nonostante tutti i trionfi del maligno. I Santi avranno ragione, nonostante tutti i successi dei peccatori. Il cristiano che prega pone il suo destino e quello della Chiesa nelle mani di Dio. Così, l’orante non è un disorientato né un disperato, ma porta nell’anima una grande pace e sicurezza. Pregare con insistenza, pregare con costanza, non significa un disperato bussare e importunare, ma un costante e sereno andare a Dio. La preghiera cristiana trova il suo riferimento nella preghiera stessa di Gesù e nel suo insegnamento. La sua vita è tutta intessuta di momenti di preghiera. Nella preghiera di Gesù si compendia tutto: la lode, il ringraziamento, la benedizione, la domanda, la supplica, il grido. Nell’insegnare ai discepoli come si deve pregare, il Signore raccomanda una preghiera semplice, personale, non ostentata, perseverante, fatta con fede e con offerta di perdono.
Parigi e’ in stato di guerra! E’ in atto in questo momento una serie di attacchi di fondamendalisti islamici: almeno 60 morti e 100 ostaggi in un teatro del centro. Ritorna violentemente la strategia del terrore. Preghiamo per questa situazione angosciante esprimendo tutta la nostra vicinanza ai cittadini di Parigi.