Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano ed era guidato dallo Spirito nel deserto, per quaranta giorni, tentato dal diavolo. Non mangiò nulla in quei giorni, ma quando furono terminati, ebbe fame. Allora il diavolo gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ a questa pietra che diventi pane». Gesù gli rispose: «Sta scritto: “Non di solo pane vivrà l’uomo”».
Il diavolo lo condusse in alto, gli mostrò in un istante tutti i regni della terra e gli disse: «Ti darò tutto questo potere e la loro gloria, perché a me è stata data e io la do a chi voglio. Perciò, se ti prostrerai in adorazione dinanzi a me, tutto sarà tuo». Gesù gli rispose: «Sta scritto: “Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto”».
Lo condusse a Gerusalemme, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù di qui; sta scritto infatti: “Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo affinché essi ti custodiscano”; e anche: “Essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra”». Gesù gli rispose: «È stato detto: “Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”».
Dopo aver esaurito ogni tentazione, il diavolo si allontanò da lui fino al momento fissato.
Riflessione a cura di Don Pasquale Somma:
Quasi tutti abbiamo già preso l’aereo. Al decollo, ma ancora più all’atterraggio, abbiamo potuto ammirare, con il tempo sufficientemente buono, tutte quelle casette, le stradine, le macchinine che si muovevano sotto di noi. Dall’alto sembra un mondo magico, innocente, dove tutto funziona come nei plastici in cui si muovono i trenini. Proviamo anche una sorta di distacco: quel mondo “là sotto” è così lontano da noi, così irreale, che fa sorridere ed è un piacere vederlo così, dall’alto. Questa deve essere stata la prospettiva delle divinità dei greci antichi, che dall’Olimpo osservavano gli uomini sulla terra, quasi dei burattini, e a proprio piacimento, intervenivano per rendere lo spettacolo più divertente per loro. Il Dio vero non ha agito così! Egli si è fatto uomo e ha condiviso la nostra condizione umana, così “adorabile” vista dall’alto quanto terribile quando la si vive standoci in mezzo. Malattie, guerre, carestie, menzogne, tradimenti, gelosie… si vedono solo quando si “atterra”. Il diavolo propone a Gesù tutti i regni della terra – visti dall’alto – a condizione che Gesù lo adori. Sarebbe una via facile, potremmo pensare. Una soluzione “dall’alto” e d’altronde poco sofferta, se pensiamo quanto succederà sulla croce. Ma Gesù risponde: “No”. La Quaresima non è il periodo in cui fare propositi facili, “dall’alto”. Immergiamoci nel nostro cuore, vediamo quello che capita nel mondo in cui viviamo quotidianamente. E cerchiamo quello che deve essere redento in noi. La Quaresima è il periodo in cui cambiare qualcosa “da dentro”. Anche se fosse un piccolo vizio, un atteggiamento sbagliato, qualcosa che sappiamo solo noi. E se qualcuno ci tenta, raccontandoci che potremmo avere tutto facilmente, diffidiamo. Se il Signore stesso si è dovuto abbassare tanto, se è dovuto finire in croce per noi, vuole dire che le vie semplici per liberarci dal male non esistono! Così PAPA FRANCESCO conclude il suo messaggio per la QUARESIMA 2016:
“Per tutti, la Quaresima di questo Anno Giubilare è dunque un tempo favorevole per poter finalmente uscire dalla propria alienazione esistenziale grazie all’ascolto della Parola e alle opere di misericordia. Se mediante quelle corporali tocchiamo la carne del Cristo nei fratelli e sorelle bisognosi di essere nutriti, vestiti, alloggiati, visitati, quelle spirituali – consigliare, insegnare, perdonare, ammonire, pregare – toccano più direttamente il nostro essere peccatori. Le opere corporali e quelle spirituali non vanno perciò mai separate. È infatti proprio toccando nel misero la carne di Gesù crocifisso che il peccatore può ricevere in dono la consapevolezza di essere egli stesso un povero mendicante. Attraverso questa strada anche i “superbi”, i “potenti” e i “ricchi” di cui parla il Magnificat hanno la possibilità di accorgersi di essere immeritatamente amati dal Crocifisso, morto e risorto anche per loro. Solo in questo amore c’è la risposta a quella sete di felicità e di amore infiniti che l’uomo si illude di poter colmare mediante gli idoli del sapere, del potere e del possedere. Ma resta sempre il pericolo che, a causa di una sempre più ermetica chiusura a Cristo, che nel povero continua a bussare alla porta del loro cuore, i superbi, i ricchi ed i potenti finiscano per condannarsi da sé a sprofondare in quell’eterno abisso di solitudine che è l’inferno. Ecco perciò nuovamente risuonare per loro, come per tutti noi, le accorate parole di Abramo: «Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro» (Lc 16,29). Quest’ascolto operoso ci preparerà nel modo migliore a festeggiare la definitiva vittoria sul peccato e sulla morte dello Sposo ormai risorto, che desidera purificare la sua promessa Sposa, nell’attesa della sua venuta.
Non perdiamo questo tempo di Quaresima favorevole alla conversione! Lo chiediamo per l’intercessione materna della Vergine Maria, che per prima, di fronte alla grandezza della misericordia divina a lei donata gratuitamente, ha riconosciuto la propria piccolezza (cfr Lc 1,48), riconoscendosi come l’umile serva del Signore (cfr Lc 1,38)”.