L’importanza del Sabato

Pubblicato giorno 20 gennaio 2016 - In home page, Riflessioni al Vangelo

In quel tempo, Gesù entrò di nuovo nella sinagoga. Vi era lì un uomo che aveva una mano paralizzata, e stavano a vedere se lo guariva in giorno di sabato, per accusarlo. Egli disse all’uomo che aveva la mano paralizzata: «Alzati, vieni qui in mezzo!». Poi domandò loro: «È lecito in giorno di sabato fare del bene o fare del male, salvare una vita o ucciderla?». Ma essi tacevano. E guardandoli tutt’intorno con indignazione, rattristato per la durezza dei loro cuori, disse all’uomo: «Tendi la mano!». Egli la tese e la sua mano fu guarita. E i farisei uscirono subito con gli erodiani e tennero consiglio contro di lui per farlo morire.

Riflessione a cura di Don Pasquale Somma:

Leggendo il Vangelo ci imbattiamo più volte in racconti in cui Gesù guarisce persone malate in giorno di sabato: un indemoniato (Mc 1,21-28), la suocera di Pietro (Mc 1,29-31), l’uomo dalla mano inaridita del nostro testo (Mc 3,1-6). Queste guarigioni suscitano obiezioni, diffidenze, reazioni e proteste da parte di farisei e dottori della legge, fino a tenere «consiglio contro di lui per farlo morire» (Mc 3,6).
Presso la sinagoga, che significa luogo dell’incontro, Gesù “vede” un emarginato, un uomo con una mano paralizzata. Il testo greco dice “inaridita”, usando lo stesso termine di Ezechiele (37,2) a proposito delle «ossa inaridite», alle quali Dio per mezzo dello Spirito ridona vita. La situazione di quest’uomo è critica: la mano esprime l’agire umano e, dunque, lui non può lavorare, né essere autosufficiente, né gestire la sua vita in pienezza, ma sempre in dipendenza da altri. Quest’uomo non dice niente, non chiede niente e alla fine nemmeno ringrazia Gesù. Unica sua azione è la duplice obbedienza: mettersi in mezzo alla sinagoga e stendere la mano. In mezzo alla sinagoga si poneva la Torah e anche gli altri rotoli sacri. Perciò appare scandaloso l’ordine di Gesù: l’uomo paralizzato prende il posto della Parola di Dio; è lui la Parola, al centro del cuore di Dio, della Chiesa e della società! Mettendo al centro la persona e non la legge, Gesù sa di rischiare molto: la sua vita per dare vita all’uomo! Eppure sembra scegliere intenzionalmente di operare guarigioni in giorno di sabato: «È lecito in giorno di sabato fare del bene o fare del male, salvare una vita o ucciderla?» (Mc 3,4). Per Gesù si può e si deve sempre fare il bene, anche di sabato, perché il rispetto della dignità dell’uomo viene prima di ogni legge, che questa dignità dovrebbe garantire e tutelare. La legge dovrebbe accogliere l’uomo per proteggerlo e, nel sabato, farlo risplendere come la creazione di Dio molto buona e bella. I farisei, invece, con le loro interpretazioni restrittive pervertono la legge, facendone una cappa oppressiva per i più poveri, i deboli, i disabili. Donata per proteggere e guidare nel cammino di alleanza con Dio e di solidarietà civile fra gli uomini, la legge così interpretata diventa un impedimento e un inciampo. Come capita a noi quando recintiamo le nostre vite e quelle altrui di leggi figlie dei nostri criteri, che si tramutano ben presto in aguzzine violentatrici della libertà e della solidarietà.