In quel tempo, Maria disse: «L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome; di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva detto ai nostri padri, per Abramo e la sua discendenza, per sempre».
Riflessione a cura di Don Pasquale Somma:
Maria loda Dio e lo fa senza “risparmiare”. Nel canto che le sgorga dal cuore usa verbi “esagerati”, che calcano la mano sulla grandiosità dell’azione di Dio e sulla sua risposta fattasi azione. Maria riconosce con gratitudine quello che Dio ha fatto, nei secoli, per il suo popolo, ma anche nella sua vita. È importante la capacità di riconoscere l’agire di Dio nella storia perché se non lo riconosciamo, non siamo capaci di gratitudine, non sappiamo dire “grazie”. Papa Francesco ci ha ricordato in diverse occasioni quanto sia importante saperlo fare. «Sembra facile pronunciare questa parola, ma sappiamo che non è così… Però è importante! La insegniamo ai bambini, ma poi la dimentichiamo! La gratitudine è un sentimento importante! È necessaria la nobiltà dell’anima perché cresca il fiore della gratitudine. Grazie non è una parola gentile da usare con gli estranei, per essere educati». La Chiesa canta il Magnificat tutte le sere, durante la preghiera del vespro, per educare a ringraziare ogni giorno per quanto Dio compie nella storia personale di ciascuno quanto in quella comunitaria. L’esultanza e il ringraziamento sta nel dire e nel riconoscere che Dio ha proprio pensato a me. Maria esulta e canta la fedeltà di Dio, perché è certa che la fedeltà che ha mostrato nel passato la manifesta nel presente e non mancherà in futuro. Questo vale anche per me: Dio è fedele anche nella mia vita come lo è stato nella mia storia e anche io, come Maria, posso cantare il mio canto di lode a Dio, riconoscendo la sua presenza negli avvenimenti belli o tristi della mia vita. Il “sì” di Maria è ancorato a un passato di grazia. Qui sta la sua fede.