In quel tempo, Pietro prese a dire a Gesù: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito». Gesù gli rispose: «In verità io vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà. Molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi saranno primi».
A cura di Don Pasquale Somma:
Il seguito della discussione nata dalla domanda del ricco mette a fuoco le cadute di stile cui va incontro il discepolo. La protesta di Pietro mostra quanto sia difficile entrare nel Regno senza alcuna pretesa, liberi da tutti i beni. Dispiace a tutti rinunciare ai titoli, alle approvazioni dall’alto o dal basso, a successi, amicizie, segni concreti di solidarietà, così come indubbiamente pesa tanto avere come unica prospettiva il puro e semplice credere, senza condizioni né riserve. Il centuplo promesso non è la moltiplicazione dei meriti, ma lo svuotamento dell’io che si apre al Tutto di Dio.
Succede anche a Pietro di confondersi sulle premesse. Avrebbe dovuto dire: «Noi che abbiamo accettato di seguirti, per questo abbiamo deciso di lasciare tutto». Al contrario, egli inverte l’ordine, ponendo avanti i suoi atteggiamenti come condizione per esigere una risposta, per riavere quello che si aspettava di ottenere. Pietro e i Dodici dimenticano che l’opera di Gesù, alla quale sono chiamati a collaborare, è una complessa strategia di redenzione, di riparazione dalle conseguenze del peccato. Un’immagine utile a cogliere la grandezza e la difficoltà della missione è quella del restauro. Di fronte a un capolavoro seriamente danneggiato, il restauratore è chiamato a un’opera di paziente recupero dei colori e delle forme, che renda il più possibile ragione della bellezza unica dell’originale. Qualsiasi comportamento che contraddica, o che solo prescinda dalla volontà di Dio, danneggia seriamente l’opera del Creatore, capovolge il senso delle cose, non più orientate a Dio, e deturpa la bellezza dell’uomo e del suo ambiente, in quanto lo impoverisce della gloria di Colui grazie al quale tutto esiste. Gesù, allora, adotta una personalissima strategia: redime coloro che ambiscono ai primi posti scegliendo l’ultimo; salva quelli che amano alzare la voce con la forza del silenzio; a chi si fida solo di se stesso, mostra con umiltà la forza invincibile della preghiera; a chi si alza per giudicare, indica un cammino di conversione personale e di perdono. La domanda imbarazzata di Pietro, lasciata a metà perché a corto di argomenti, mostra quanto sia facile cadere nell’atteggiamento di servirsi di Gesù, piuttosto che diventare, per amore suo, servi inutili