Matteo 28,8-15

Pubblicato giorno 29 marzo 2016 - In home page, Riflessioni al Vangelo

Matteo 28,8-15
In quel tempo, abbandonato in fretta il sepolcro, con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l’annunzio ai suoi discepoli. Ed ecco Gesù venne loro incontro dicendo: “Salute a voi”. Ed esse, avvicinatesi, gli strinsero i piedi e lo adorarono. Allora Gesù disse loro: “Non temete; andate ad annunziare ai miei fratelli che vadano in Galilea e là mi vedranno”.
Mentre esse erano per via, alcuni della guardia giunsero in città e annunziarono ai sommi sacerdoti quanto era accaduto. Questi si riunirono allora con gli anziani e deliberarono di dare una buona somma di denaro ai soldati dicendo: “Dichiarate: i suoi discepoli sono venuti di notte e l’hanno rubato, mentre noi dormivamo. E se mai la cosa verrà all’orecchio del governatore noi lo persuaderemo e vi libereremo da ogni noia”. Quelli, preso il denaro, fecero secondo le istruzioni ricevute. Così questa diceria si è divulgata fra i Giudei fino ad oggi.

Riflessione a cura di Don Pasquale Somma:

Nel vangelo di Matteo, la verità della risurrezione di Gesù è raccontata attraverso un linguaggio simbolico, che rivela il senso nascosto degli avvenimenti. Matteo parla di scosse di terremoto, di fulmini e di angeli che annunciano la vittoria di Gesù sulla morte (Mt 28,2-4). E’ un linguaggio apocalittico, molto comune in quel tempo, per annunciare che finalmente il mondo era stato trasformato dalla potenza di Dio! Si compiva la speranza dei poveri che riaffermavano la loro fede: “Lui è vivo, in mezzo a noi!”
L’allegria della Risurrezione vince la paura. Al mattino di domenica, il primo giorno della settimana, due donne si recano al sepolcro, Maria Maddalena e Maria di Giacomo, chiamata l’altra Maria. Improvvisamente la terra trema ed un angelo appare come un fulmine. Le guardie che stavano vigilando il tumulo svennero. Le donne si impaurirono, ma l’angelo le incoraggiò, annunciando la vittoria di Gesù sulla morte e mandandole a riunire i discepoli di Gesù in Galilea. E in Galilea potettero vederlo di nuovo. Lì cominciò tutto, lì avvenne la grande rivelazione del Risorto. L’allegria della risurrezione comincia a superare la paura. Si inizia così l’annuncio della vita e della risurrezione. Le donne escono di corsa. In loro c’è un misto di paura e di gioia. Sentimenti tipici di coloro che fanno una profonda esperienza del Mistero di Dio. Improvvisamente, Gesù stesso va incontro a loro e dice: “Rallegratevi!” E loro si prostrarono ed adorarono. E’ l’atteggiamento di colui che crede ed accoglie la presenza di Dio, anche se sorprende e supera la capacità umana di comprensione. Ora Gesù stesso ordina di riunire i fratelli in Galilea: “Non abbiate paura. Andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea e là mi vedranno”.
La stessa opposizione che Gesù ha avuto in vita, spunta ora dopo la sua risurrezione. I capi dei sacerdoti si riuniscono e danno denaro alle guardie. Loro devono spargere la notizia che i discepoli hanno rubato il corpo di Gesù per evitare così quanto si dice della risurrezione. I capi non accettano la Buona Novella della Risurrezione. Preferiscono credere che si tratta di un’invenzione da parte dei discepoli e delle discepole di Gesù.
Il significato della testimonianza delle donne. La presenza delle donne alla morte, alla sepoltura e alla risurrezione di Gesù è significativa. Loro sono testimoni della morte di Gesù (Mt 27,54-56). Nel momento della sepoltura, rimangono sedute dinanzi al sepolcro e quindi possono rendere testimonianza del luogo dove Gesù fu sepolto (Mt 27,61). Ora, al mattino di domenica, loro sono lì di nuovo. Sanno che quel sepolcro vuoto è veramente il sepolcro di Gesù! La profonda esperienza di morte e di risurrezione che loro hanno fatto ha trasformato le loro vite. Loro stesse diventano testimoni qualificati della risurrezione nelle Comunità cristiane. Per questo ricevono l’ordine di annunciare: “Gesù è vivo! Risuscitò!”