Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse alle folle:
«In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui.
Dai giorni di Giovanni il Battista fino ad ora, il regno dei cieli subisce violenza e i violenti se ne impadroniscono.
Tutti i Profeti e la Legge infatti hanno profetato fino a Giovanni. E, se volete comprendere, è lui quell’Elìa che deve venire.
Chi ha orecchi, ascolti!».
Riflessione a cura di don Pasquale Somma:
Regno, ci dice Gesù, chiedendoci in questo modo tutta la nostra attenzione, è proprio una conquista! Con Lui cambia tutto: il Regno è un dono! Non lo si conquista con le armi, ma con il desiderio, quasi violento, di appartenervi, di non lasciarselo sfuggire. I piccoli diventano la misura di accesso, come quel piccolo di cui ci parla il profeta Isaìa, quel vermiciattolo, che si fida del suo Dio. Come il profeta Elìa e come lo stesso Giovanni Battista, figure che sembrano spiccare per la loro veemenza e forza, ma che a ben vedere, sono i piccoli innamorati di quel Regno che Gesù finalmente porta. Occorre tenere accesa in noi questa stessa loro passione, questo stesso loro desiderio di appartenere a Dio. È lo stesso entusiasmante compito di custodire e coltivare quel bel pezzettino di Regno, quel bel volto di Dio che sta nel nostro cuore. Nessuno può strapparci questa ricchezza consegnataci con il Battesimo, anche se attorno a noi si respira violenza e contraddizione. È irrinunciabile la nostra relazione con Dio, la nostra preghiera, l’ascolto della sua Parola, il nostro affidarci fiduciosi al suo amore. L’ha fatto già con il piccolo popolo d’Israele, il suo vermiciattolo, l’ha fatto con i profeti e con tutti i poveri in Spirito. Lo fa anche con noi, ogni giorno, se davvero è questo il nostro appassionato desiderio. «Beati i miti perché erediteranno la terra» (Mt 5,5): ecco la “violenza” sana che ribalta la storia.