In quel tempo, i farisei uscirono e tennero consiglio contro Gesù per farlo morire. Gesù però, avendolo saputo, si allontanò di là. Molti lo seguirono ed egli li guarì tutti e impose loro di non divulgarlo, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa: «Ecco il mio servo, che io ho scelto; il mio amato, nel quale ho posto il mio compiacimento. Porrò il mio spirito sopra di lui e annuncerà alle nazioni la giustizia. Non contesterà né griderà né si udrà nelle piazze la sua voce. Non spezzerà una canna già incrinata, non spegnerà una fiamma smorta, finché non abbia fatto trionfare la giustizia. Nel suo nome spereranno le nazioni».
A cura di Don Pasquale Somma:
Più il Maestro si rivela misericordioso in parole ed in opere, e più i farisei reagiscono in modo ostile, perché si sentono in dovere, una volta per tutte, di dare un esempio chiaro al popolo, che a parer loro si sta facendo sedurre e ammaliare. Il rischio è che si abbandoni la via dei padri; perciò si radunano per decidere la sorte di Gesù: deve morire. Quando viene a conoscenza della decisione dei farisei, il Maestro si allontana. Ma molti reagiscono continuando a seguirlo: non si arrendono, vincono il timore, per guardare e ascoltare ancora la Novità che sana. Mentre i farisei tramano per dargli la morte, Gesù persevera nella sua opera di guarigione e di annuncio del Regno: dona la vita. Gli umili e i reietti provano sulla propria pelle la forza vitale di quell’annuncio nuovo, mai sentito prima, e scelgono la via della salvezza: seguire Gesù. Vi è chi sa discernere. Gesù chiede di non diffondere la notizia di ciò che sta facendo, poiché il bene che fa è fatto alla luce del sole; la folla non ha bisogno di tenere consiglio come i farisei e gli scribi. L’evangelista evidenzia così il grande contrasto tra Gesù e le autorità religiose: il Maestro che annuncia e dona la vita e i dottori che sussurrano morte; i farisei che allontanano da Dio e dagli uomini i reietti, e Gesù che avvicina ed accoglie. E proprio questa reazione opposta da parte dei farisei e della gente porta Matteo a considerare realizzata la profezia del Servo, proclamata da Isaìa (cfr. 42,1-4): «Ecco il mio servo, che io ho scelto; il mio amato, nel quale ho posto il mio compiacimento. Porrò il mio spirito sopra di lui e annuncerà alle nazioni la giustizia».