Mt 12,46-50

Pubblicato giorno 21 novembre 2015 - Riflessioni al Vangelo

Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, mentre Gesù parlava ancora alla folla, ecco, sua madre e i suoi fratelli stavano fuori e cercavano di parlargli.
Qualcuno gli disse: «Ecco, tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e cercano di parlarti».
Ed egli, rispondendo a chi gli parlava, disse: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?».
Poi, tendendo la mano verso i suoi discepoli, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è per me fratello, sorella e madre»
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Riflessione a cura di Don Pasquale Somma:
L’unico nostro Salvatore e Redentore è Gesù Cristo. Il cristiano però non è un vero cristiano se non venera Maria, Madre di Dio e Madre nostra. E questo – come scrive Paolo VI nella Marialis Cultus – per il ruolo che la Madonna è stata chiamata a svolgere nella storia della salvezza. Maria non è santa per i privilegi ricevuti – Madre di Dio, Immacolata Concezione, Assunzione in cielo in anima e corpo – ma per il cammino di santità che ha fatto nella sua vita.
Maria è stata la discepola perfetta di Gesù. Mentre Gesù, come faceva ogni giorno, parlava a quelli che lo seguivano, qualcuno gli disse: «Ecco tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e cercano di parlarti». Noi ci saremmo aspettati che Gesù uscisse dalla casa dove si trovava per andare ad abbracciare sua madre e i suoi parenti. Niente di tutto questo. Il Signore non si scompone ma dice: «Chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è per me fratello, sorella e madre!». Quello che potrebbe sembrare un modo freddo di Gesù di rapportarsi a sua madre in questa occasione, in verità è il più grande elogio di Maria, che ha ascoltato le parole del Figlio suo praticando in sommo grado le virtù della fede, della speranza e della carità. Se vogliamo essere veri devoti della Madonna, dobbiamo fare la stessa cosa: essere uomini e donne di fede, di speranza e di carità. La Lumen Gentium ci esorta: «I fedeli si ricordino che la vera devozione [a Maria] non consiste né in uno sterile e passeggero sentimentalismo, né in una certa quale vana credulità, ma procede dalla fede vera, dalla quale siamo portati a riconoscere la preminenza della Madre di Dio, e siamo spinti al filiale amore verso la Madre nostra e all’imitazione delle sue virtù» (nn. 6-7). Nel culto a Maria – ci ricorda ancora il Concilio Vaticano II – bisogna astenersi con ogni cura da qualsiasi falsa esagerazione, come pure dalla grettezza di mente nel considerare la singolare dignità della Madre di Dio. Dobbiamo essere fermamente convinti che Maria è la stella che, nel buio di questa vita terrena, ci guida all’incontro con Gesù nostro Salvatore e Redentore.