Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, mentre Gesù si allontanava, due ciechi lo seguirono gridando: «Figlio di Davide, abbi pietà di noi!».
Entrato in casa, i ciechi gli si avvicinarono e Gesù disse loro: «Credete che io possa fare questo?». Gli risposero: «Sì, o Signore!».
Allora toccò loro gli occhi e disse: «Avvenga per voi secondo la vostra fede». E si aprirono loro gli occhi.
Quindi Gesù li ammonì dicendo: «Badate che nessuno lo sappia!». Ma essi, appena usciti, ne diffusero la notizia in tutta quella regione.
Riflessione a cura di Don Pasquale Somma:
Il Vangelo di Matteo racconta il miracolo implorato e ottenuto da due ciechi che seguivano Gesù. Lo seguono gridando: è il grido del desiderio che abita nel loro cuore. quell’atteggiamento che Teresa di Lisieux chiamerà «prendere Dio dalla parte del cuore». Sarà il grido del Battista nel deserto animato dalla forza di preparare la strada a Gesù che viene. Accertata la loro fede, Gesù non si tira indietro e risponde: vogliono vedere e ottengono di vedere. Con MISERICORDIA Egli tocca la loro malattia per guarirla. La cosa essenziale è riconoscere che Lui può davvero fare tutto. Attenzione a cosa si desidera, a cosa si chiede, perché, se chiesto con fede, Dio concede e se si chiedono cose piccole, Dio dà cose piccole. A Lui basta poco… una ricerca “a tentoni”, un desiderio, una preghiera…Gesù manifesta la mitezza stessa del Padre che per primo si arrende alla preghiera del Figlio e dei figli. «E si aprirono loro gli occhi». È il passaggio dalla cecità della non-fede, dall’oscurità in cui siamo ripiegati a causa del nostro egoismo, dalle tenebre del peccato, alla visione della bontà di Dio che sempre si china sull’uomo: ogni guarigione è frutto della fede dell’uomo che incontra la misericordia di Dio. Una luce nella notte che ti accoglie e ti perdona non è solo un evento ma è la porta che si apre. Tanti giovani sono entrati ieri sera per quella porta invitati da giovani di buona volontà che si sono fidati di Gesù e con coraggio e tenacia hanno invitato i giovani seduti ai tavolini di un bar e quelli per strada a vedere Gesù. “Vogliamo vedere Gesù” è il desiderio di chi vive nelle tenebre vuole essere illuminato. Siamo ciechi in situazioni di estrema precarietà, quando perdiamo di vista la bontà di Dio. La nostra vita brancola nel buio quando scegliamo di avere lo sguardo rivolto altrove. Anche in questa condizione di miseria dobbiamo nutrire la fiducia nel Signore che viene in nostro aiuto e ci libera dalla cecità; rivolgerci a Lui con la nostra fragilità, con la nostra incapacità di vederlo come Colui che si fa presente. Non ci chiede di essere diversi da quel che siamo, o che tutto sia perfetto e “in riga”. A volte è sufficiente avvertire la sua presenza, vederlo cioè con gli occhi della fede. Basta un contatto di cuore, un atto di fede, un atto di abbandono, lasciando che il Signore compia questa guarigione, lasciandoci toccare da Lui per essere liberati da ciò che non ci fa essere noi stessi, da quello che non fa risplendere la bellezza che è in noi. Egli non si preoccupa di sporcarsi le mani con chi è nella malattia, nella sofferenza e nel peccato. L’esperienza della bontà di Dio diventa annuncio. E chi lo ha provato vuole gridarlo a squarciagola!