S.Stefano

Pubblicato giorno 26 dicembre 2015 - In home page, Riflessioni al Vangelo, Senza categoria

In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli: «Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti a governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani. Ma, quando vi consegneranno, non preoccupatevi di come o di che cosa direte, perché vi sarà dato in quell’ora ciò che dovrete dire: infatti non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi. Il fratello farà morire il fratello e il padre il figlio, e i figli si alzeranno ad accusare i genitori e li uccideranno. Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato».

Riflessione a cura di Don Pasquale Somma:

Oggi la Chiesa ci invita a rallegrarci per la nascita al cielo del suo primo martire. Il martire è un credente la cui presenza non lascia indifferenti, scuote e chiede una presa di posizione, produce una divisione: o con lui o contro di lui. Questo carattere di giudizio non può essere tolto alla fede cristiana; esso non si scaglia, come molti vorrebbero, contro singole persone, ma fa risaltare, per contrasto con le parole dei credenti e con la loro vita, l’adesione o il rifiuto verso la verità e il bene che sono in Cristo Gesù. Prima delle sue parole, la sua stessa persona e il suo modo di vivere sono una condanna verso coloro che si chiudono alla verità e al bene, a Dio e al suo inviato. Il cristiano non può fare a meno di testimoniare: c’è una sovrabbondanza che lo abita, un “di più” che non può negare agli altri. Il martire non è l’uomo perfetto e senza macchia la cui condotta irreprensibile va replicata in quanto modello; il martire è colui che ha scoperto che può perdere tutto, che può rinunciare a tutto, ma non a Cristo! Egli, infatti, può donare la vita perché continuamente la riceve dalla certezza che ha di essere amato da Lui! La follia d’amore di Cristo in croce risplende ai suoi occhi quale unica misura d’amore per cui valga la pena vivere. Il beato Charles de Foucauld affermava di non riuscire a comprendere come si potesse dire di amare Cristo senza desiderare di imitarlo in tutto. Ecco chi è un martire, ecco chi è stato Stefano: un uomo dal desiderio unificato, il desiderio di imitare la “passione” di Cristo, di somigliare a Lui, di arrivare a possedere quella stessa qualità di amore. Dovremmo riflettere più spesso sulla qualità del nostro amore e della nostra “passione” per gli altri.